CAMILLA E L’AUTOMOBILE

per un percorso di educazione stradale

GENERE fiaba

TECNICA UTILIZZATA attori

DURATA DELLO SPETTACOLO 60 minuti

ATTI: uno

AUTORE Olivia Cauzzo

SCENOGRAFIA Michele de Marchi

PARRUCCHE Ennio Marchetto

MUSICHE originali a cura di Gian Pietro Pendini

AIUTI SU PIAZZA no

OSCURABILITA’ no

FASCIA D’ETA’ CONSIGLIATA scuola primaria

ESIGENZE TECNICHE

Spazio minimo di montaggio: larghezza 6 m, Profondità 4 m, Altezza 2 m

Tempo di montaggio: un’ora e trenta, con facilità d’accesso per carico e scarico

Tempo di smontaggio: un’ora

Può essere realizzato anche in spazi non teatrali.

TRAMA

Una proposta d’animazione teatrale sul tema dell’educazione stradale indirizzata agli alunni della scuola primaria.

È bastata una stupida caduta sulle scale per trasformare la signora Camilla, impiegata di mezza età e ciclista per scelta ecologica, in un’automobilista. Il medico le ha proibito la bicicletta, lei non riesce più a fare i gradini per salire sull’autobus e così si è dovuta rassegnare a prendere la patente.

Questo l’inizio della nostra storia. Lo spettacolo che segue accompagna la noepatentata nei suoi primi giorni di guida tra strade congestionate dal traffico, automobilisti irascibili, interpretazioni personali del codice della strada, parcheggi selvaggi e agenti della polizia municipale che faticano a ristabilire un po’ d’ordine……

Camilla e l’automobile può allora trasformarsi in un’occasione per far riflettere gli alunni sulla differenza che passa tra la teorica conoscenza del codice della strada, per lo meno nei suoi elementi essenziali, e la messa in pratica da parte di alcuni automobilisti, che interpretano le norme della circolazione a loro uso e consumo.

Sono comportamenti che facilmente i bambini possono osservare nell’ambiente circostante e che, a volte, forse, appartengono anche ai loro stessi familiari. La storia diventa così uno strumento non tanto per veicolare informazioni riguardanti le norme della circolazione (che probabilmente sono state affrontate a scuola o che comunque possono essere apprese con altro materiale) quanto per mettere a fuoco una psicologia dell’automobilista assai diffusa nella quotidianità e che conduce a scelte miranti solo alla soddisfazione del proprio interesse personale.

Ma i bambini non guidano! Potrebbe pensare qualcuno, quindi non sono responsabili di tutte le scorrettezze commesse dagli adulti. È vero, però attenti studi hanno dimostrato come il concetto di come ci si serve di un’automobile si vada formando molto tempo prima dell’essere in possesso della patente. Determinante in merito è quel lungo periodo in cui i piccoli si servono dell’automobile in qualità di passeggeri trasportati, ecco quindi che riflettere con loro su quei comportamenti che vedono agiti attorno e che costituiscono le fondamenta dell’idea che si fanno rispetto all’uso della strada, è compito di cui farsi, come educatori, rapidamente carico.

L’automobile è infatti sicuramente un mezzo che agevola la vita, però i futuri utenti della strada devono essere resi vigili rispetto al fatto che essa può trasformare anche la persona più docile in un potenziale “padrone” o “pirata” della strada.